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Visite pastorali

La visita pastorale è tra gli atti fondamentali della vita della Chiesa.

Con il concilio di Trento (1545-1563) fu prescritto l’obbligo per i vescovi di compiere la visitatio ogni anno o, in caso di grande estensione territoriale della Diocesi, ogni due anni. Le visite pastorali diventano, così, lo strumento principe del governo della diocesi: mezzo di conoscenza della realtà sociale e spirituale, occasione di controllo dei fedeli e del clero. La visita diviene una vera e propria inchiesta: il vescovo o i suoi delegati valutano lo stato di conservazione di chiese, cappelle e altari, il numero e la condotta dei sacerdoti, il numero delle messe e delle processioni, l’entità della popolazione, la presenza di associazioni devozionali laiche, le eventuali condotte sospette.

Secondo il Trattato della visita pastorale di Giuseppe Crispino, vescovo di Amelia del 1695 più volte ristampato, essa si svolge, per lo più in forma solenne, in tre fasi:

  1. a) Preparazione: invio di questionari ai parroci che devono riferire circa lo stato ecclesiastico e delle anime della parrocchia; lettere pastorali che illustrano scopi e modalità della visita; editto d’indizione;
  2. b) Svolgimento: la visita deve essere riferita a personae, res et loca pia.
  • Personae: esame della formazione, condotta e operosità del clero secolare e regolare, dei religiosi e delle religiose, dei fedeli;
  • Res: verifica dei beni delle chiese e delle strutture connesse; beni mobili, immobili, redditi, retta amministrazione e adempimento degli oneri;
  • Loca: controllo degli edifici e degli oggetti sacri per accertarne la funzionalità e la rispondenza alle norme liturgiche e alle prescrizioni canoniche;
  1. c) Adozione di provvedimenti presi in occasione della visita: decreti; atti giudiziari adottati durante o dopo la visita.

Le scritture relative alla visita devono essere raccolte in un volume diviso in due parti: visitatio civitatis  e visitatio diocesis  a loro volta divise in sei capitoli: visita personale, reale, locale, decreti, rendimento dei  conti e atti giudiziari., che, però,  raramente si riscontra nelle scritture.

Sono digitalizzate e inserite online, tutte le visite pastorali della diocesi di Bova e, per l’arcidiocesi di Reggio, le visite fino a mons. Gennaro Portanova.

 

Diocesi  di Bova

 

  • Monsignor Marcantonio Contestabile da Stilo 1670 v.1

 

  • Monsignor Giuseppe Barone 1730 v. 1

 

  • Monsignor Domenico Marzano 1743 v. 1

 

  • Monsignor Stefano Morabito 1753 v. 1

 

  • Monsignor Nicola Galatro, vicario generale di Bova 1801 v. 1

 

  • Monsignor Antonio Marzano, vicario generale di Bova 1803 v. 1

 

  • Monsignor Nicola Maria Laudisio 1819 v. 1

 

  • Monsignor Giovanni Corcione 1825 v. 1

 

  • Monsignor Vincenzo Rozzolino 1836 v. 1
  • Monsignor Dalmazio D’Andrea (sec. XIX) v. 1

 

Arcidiocesi di Reggio

 

  • Monsignor Annibale D’Afflitto 1594 -1637 20
  • Monsignor Matteo Di Gennaro 1664 – 1673 1
  • Monsignor Martino Ybanez 1682 – 1692 3

 

  • Monsignori Monreale, Zigari, Capobianco, Cenicola, Tommasini, Bellorado, Di Benedetto 1701 – 1839    2

 

  • Monsignor Damiano Polou 1742-1752 2

 

  • Monsignor Domenico Zigari 1757 1

 

  • Monsignor Matteo Gennaro Testa Piccolomini 1764 1

 

  • Monsignor Alberto Capobianco 1768 – 1781 1

 

  • Monsignor Bernardo Maria Cenicola 1797 – 1814 1

 

  • Monsignor Leone Ciampa 1831 – 1834 1

 

  • Monsignor Raffaele Ferrigno 1853    1

 

  • Monsignor Mariano Ricciardi 1858 – 1868 1

 

  • Monsignor Francesco Converti 1873 – 1882 4

 

  • Monsignor Gennaro Portanova 1889 – 1894 8

 

 

Nei verbali di visita ci sono interruzioni e lacune dovute non solo a dispersioni ma anche al fatto che non tutti i vescovi erano in grado di adempiere, con la dovuta regolarità periodica, l’obbligo della visita pastorale.

 

 

 

 

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